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Inclinato, Leggero, Tagliente

INCLINATO, LEGGERO, TAGLIENTE

Molto spesso il piede interno alla curva tende ad essere pigro nella ricerca dello spigolo. Una semplice idea ci permette di attivarlo e di ottimizzare l’inclinazione generale, l’effetto taglio e la solidità della presa di spigolo, con le giuste tensioni muscolari e l’eliminazione di movimenti inutili … quasi da non credere!


Consapevolezza.
Ingresso in curva con Oriano Rigamonti: idea chiara degli spazi, consapevole presa di appoggio sul piede esterno e piede interno che insieme allo sguardo suggerisce lo sviluppo delle inclinazioni e dell’azione.

E’ difficile immaginare e convincersi di come un uso corretto dello sci interno alla curva, possa produrre una catena di effetti così positivi da portare a facile soluzione un buon numero di problemi tecnici. Che riguardano l’assetto generale, il grado di inclinazione, l’efficacia della presa, l’effetto taglio, la massima compattezza e le tensioni muscolari proporzionate alle esigenze.

Quando tra sciatori si discute di sci interno, di solito tutti tendono a parlare di quanto carico dargli ed in quale proporzione rispetto allo sci esterno, sostenendo che una volta si sciava tutto sull’esterno e che oggi si deve sciare su entrambi gli sci… chi dice con un 50% di carico sull’uno e sull’altro, chi un 70 e 30, un 60 e 40, ecc. ecc. Lo abbiamo detto mille volte e non ci stanchiamo di ripeterlo: pensieri inutili! Lasciamoli perdere ed orientiamoli in tutt’altra direzione. Non preoccupiamoci di quanta forza fare su uno sci e sull’altro. Diamo per acquisito ed assoluto il concetto che è il piede esterno alla curva a dover svolgere funzione portante e che per questo si assume i carichi… E non pensiamoci più! Ci importa invece capire quale possa essere un uso utile del piede interno alla curva e quale sia il tipo di movimento da ricercare. Non è quindi un discorso quantitativo (quanta forza fare e quanta percentuale di carico far assumere all’interno), bensì una domanda qualitativa e cioè: “come” utilizzare il blocco piede-caviglia interni alla curva per ottenere effetti positivi su tutto l’insieme?

Questo è il tema centrale!

Foto 1 Foto 2
Foto 3 Foto 4

Foto 1, 2, 3 e 4: Idea Guida
L’idea del piede esterno che diventerà piede interno “inclinato leggero e tagliente” deve partire in anticipo ancora prima dell’ingresso in curva. Il piede interno si mantiene poi aderente al terreno e sempre ben appoggiato mentre gestisce inclinazione-vincolo ed il contrasto ad eccessive rotazioni. La foto 4 inoltre evidenzia la continuità di azione del piede interno (demo Paolo Borio).

Siete seduti davanti alla scrivania? A tavola al ristorante o a cena a casa di amici? Seduti in metropolitana o in ufficio davanti al vostro capo? Benissimo! Se potete appoggiare i gomiti al tavolo. Appoggiate i piedi piatti (con tutta la pianta) sul pavimento e fateli scivolare avanti e indietro su due linee perfettamente parallele (guardando dritto davanti a voi). Continuate a farli scivolare avanti e indietro, piatti. Ora, con la linea che collega la parte destra del tallone destro all’articolazione del quinto dito, il piccolino, immaginate di voler tagliare il pavimento o la moquette con un taglio leggero e sempre rettilineo, avanti e indietro, avanti e indietro… Fermatevi e tornate a rifarlo, partendo sempre con i piedi piatti e poi iniziando a tagliare con la linea “tallone-quinto dito” (abbiamo detto del destro) come se questa linea fosse una lama affilata, affilatissima.

Fermatevi e tornate a rifarlo prestando molta attenzione a percepire con estrema chiarezza ogni minimo elemento del movimento conseguente all’idea di voler tagliare il pavimento:
1) il piede destro da appoggiato piatto passa a cercare l’inclinazione che gli serve per rendersi tagliente sul lato destro, sulla linea tallone-quinto dito;
2) il blocco della caviglia (possiamo immaginare il tallone come una sfera) si inclina lateralmente verso destra con il malleolo esterno che cerca di avvicinarsi al pavimento;
3) fate caso alla base del “pilastro tibia”: è come se facesse una certa rotazione in senso orario;
4) il ginocchio destro si è spostato un po’ verso destra ed aumentandone lo spostamento volontariamente contribuisce a dare inclinazione al “piede-coltello” (che deve continuare a tagliare avanti e indietro) sulla linea originaria, senza farsi deviare verso destra);
5) il femore destro si è orientato verso destra e come il ginocchio può contribuire ad assecondare e consolidare l’inclinazione del piede che, ricordiamolo ancora, deve continuare a tagliare avanti e indietro sulla linea originaria, senza farsi deviare verso destra.

Constatazione: le direzioni del femore destro e del piede destro, in partenza identiche, ora sono molto diverse, con il piede che per continuare a tagliare avanti e indietro deve fare un certo sforzo, come un’azione di controsterzo rispetto allo spostamento-rotazione di tutto l’arto. La sentite una certa tensione combinata piede-caviglia-polpaccio-coscia per riuscire a tagliare velocemente avanti e indietro? Bene… Ora immaginate che qualcuno appoggiandosi al vostro fianco destro vi spinga da destra verso sinistra… Cosa fate per non farvi spostare? Vi “puntellate” sul piede sinistro, piede portante. State pensando a percentuali di carico? Non credo. Esterno pieno. Agli effetti dell’opposizione alle forze la funzione portante va quindi affidata al piede-gamba esterno. Non ci piove. Intanto l’interno pensa a tagliare, inclinato, leggero e tagliente… Intenso….

Foto 5, 6 e 7: Valori Aggiunti
New entry Jam Session il giovanissimo Leo con Thomas Vottero e Paolo Borio: tutti e tre in pieno controllo di vincolo e rotazioni nella fase che prelude allo svincolo.

Notate come questo modo di utilizzare il piede interno, pur non avendo funzione portante aiuti a consolidare l’assetto generale, la tensione e la compattezza di tutta la struttura. Immaginate ora di avere un tappeto sotto i piedi, che tende a scivolare sul pavimento quando venite spinti da destra verso sinistra e che qualcuno vuole sfilarvi da sotto. Con i due piedi, con forte inclinazione ed intensa azione muscolare cercherete di “tenere” il tappeto sotto di voi, come a voler conficcare due coltelli nel pavimento in modo che il tappeto non scivoli e non vi porti via i piedi da sotto. I due coltelli possono così scorrere in avanti in velocità, vincolati alla traiettoria di curva e a taglio, senza derapate. Per concludere, queste le sensazioni utili in curva: piede e gamba esterna forti a creare una sponda contro la quale opporsi alle forze che vogliono scalzarci fuori dalla curva; piede interno sempre presente sul terreno, con un’azione intensa quale sensore dell’inclinazione e dell’azione di vincolo. Il controllo della direzione del piede interno (in contrapposizione a quella di tibia-ginocchio-femore) richiederà tensioni muscolari che si riveleranno determinanti anche nel controllo e gestione delle rotazioni e nel dare compattezza all’intera struttura.

Bingo!!! Idea e metafora: immaginare di voler tagliare con lo sci interno una membrana posta sul terreno senza voler incidere troppo il terreno. In questo modo ci si concentra su un forte lavoro di inclinazione e di azione di taglio, di controllo delle rotazioni (presa delle code) e compattezza generale. Non ci si preoccupa di inutili ricerche di carico.

Morale:
> carichi = piede esterno 100%
> inclinazione per il vincolo e controllo rotazioni = tutto quello che si può con entrambi
> taglio = tutto quello che si può con entrambi, compatti e con lo sci esterno che corre.

Sensazione di sintesi utile per tutto ciò: piede-sci interno inclinato, leggero e tagliente. Sempre sul terreno, delicato ed intenso al tempo stesso.


Foto 8: Coppia Tosta
Oriano e Leo Rigamonti sulle nevi delle 2 Alpes durante la realizzazione di questo servizio. Una coppia di grande talento, un’intesa perfetta e tanta passione condivisa. Bravi e belli!

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