BASTA BACINO
Si sente ancora troppo spesso parlare di spostamenti del bacino: traslazione, entrata, avanti interno, avanzamento. C’e’ un equivoco di fondo che dura da quarant’anni. E’ da rimuovere.
Ripensandoci bene penso che sia stato una grande fonte di equivoci nella didattica dello sci: visualizzare il baricentro del corpo umano e anche dello sciatore “grosso modo al centro dell’addome” e parlare di “spostamento del baricentro”.
Non che sia scorretto… Ma l’equivoco c’è sempre stato ed è duro a morire.
In una estrema semplificazione è come se collettivamente si fosse interpretato che il baricentro sta lì, come un punto fisso, quasi come fosse una parte del corpo da spostare di qua e di là per raggiungere quell’inclinazione che dà equilibrio allo sciatore in curva. Partendo dall’immagine del baricentro posto al centro dell’addome, un’espressione generica molto utilizzata quale “spostare il baricentro” e quella più specifica “traslazione di bacino” hanno aggiunto benzina sul fuoco, rafforzando l’uso della semplificazione di cui sopra. Ed è così che nella pratica di allievi ignari o super-tecnici, come anche di maestri, allenatori, istruttori, si è talmente concentrata l’attenzione sul movimento del bacino, ai fini dell’inclinazione e dello spostamento del baricentro, che si sentono ancora tante correzioni e discorsi incentrati sullo spostamento del nostro beneamato. Senza lanciarmi in definizioni e approfondimenti nel campo della fisica (c’è chi è molto più competente di me) penso di poter fare qualche considerazione utile agli sciatori nella pratica.
Prima di tutto, proviamo a non concentrarci più sul bacino. Proviamo invece a visualizzare e a percepire la massa intera del tronco (bacino-busto-spalle-testa) come un unico blocco. Questa massa possiamo considerarla trasportata e rialzata di quasi un metro dal piano di appoggio; sostenuta e collegata a questo piano dagli arti inferiori e dai piedi. E’ una massa importante e il nostro compito è di far deviare questo blocco di circa cinquanta chili da una curva all’altra, ritmicamente da sinistra a destra e da destra a sinistra, come se rimbalzasse tra sponde opposte, disposte ai lati di un ipotetico corridoio. Per fare questo bisogna che i piedi sappiano creare ogni volta la sponda, che attraverso i piedi e gli spigoli e con una progressiva tensione muscolare gli arti inferiori trasmettano alla sponda l’energia della massa in velocità per ricevere una risposta che provocherà la deviazione; perché ciò avvenga bisogna che questa massa trasportata sia spostata all’interno della curva con una adeguata inclinazione degli arti inferiori.
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Foto 1,2 e 3: Momenti Chiave
Seguendo il percorso delle spalle si può capire la buona direzione del movimento di Oriano Rigamonti in questa fase di svincolo e ingresso in curva. Non è il bacino a partire verso l’interno della nuova curva bensì tutto il tronco, con le spalle che cercano la direzione di uscita dalla curva a dx e la traiettoria più breve per uno sviluppo efficace della curva a dx.
La capacità di spostamento della massa grande all’interno della curva, per assumere un’inclinazione generale adeguata a trasmettere al terreno in ogni istante ed in equilibrio, è una delle abilità più importanti. E’ il fondamentale dei fondamentali, chiamato “inclinazioni”. Un concetto molto importante è questo: se in ogni curva, per mezzo del giusto sviluppo delle inclinazioni lo sciatore riesce a far percorrere la strada più breve alla massa grande del tronco, può ridurre al minimo, per quella curva, la necessità di reazione centripeta della sponda, il che tradotto in pratica vuol dire meno chili da reggere: minore difficoltà tecnica, minore impegno atletico.
Morale: lo sciatore abile e disinvolto nelle inclinazioni può sciare lo stesso percorso con molta meno fatica e con una forte riserva di abilità tecnica a disposizione.
Affermazione 1: l’abilità nelle inclinazioni nasce dall’intenzione di lasciar cadere in scioltezza, lateralmente e verso l’interno della curva tutto il blocco del tronco. Il “raddrizzare”, cioè passare ritmicamente da un’inclinazione alla successiva conferisce plasticità ed equilibrio dinamico alla fase centrale e di uscita curva, di conseguenza anche alla fase iniziale della successiva.
Affermazione 2: spostare il bacino verso l’interno della curva inibisce e blocca a metà lo sviluppo dell’inclinazione stessa. Risultati negativi: a) un forzato ed inutile spostamento del bacino con una forzata ed inutile compensazione di busto ad inizio curva; b) poca inclinazione generale rispetto al necessario; c) sciata passiva “di posizione”; d) ovvia mancanza di collegamento dinamico tra fase di curva e di successivo cambio.
Foto 4: Attacco
Fase di attacco curva e di sviluppo del crescendo di azione. Giacomo Baldini si prepara ad uscire da questa curva. Da notare nella compattezza generale il busto che articola leggermente sull’anca destra, perfezionando l’equilibrio e contemporaneamente cercando un inizio di inversione verso la nuova prossima inclinazione.
Che cosa ne è allora del nostro amato bacino? Insisto perché lo si consideri come parte integrante del tronco e quindi come una parte che non cerca spostamenti propri ma che si sposta insieme a tutto il blocco. Quando il tronco viene lasciato cadere verso l’interno della curva dev’essere il tutto che va a cadere. Possiamo ora fare una considerazione: nella fase di presa di inclinazione il tronco e gli arti inferiori possono inclinare della stessa quantità, cioè essere praticamente allineati prendendo quasi tutta l’inclinazione ritenuta necessaria per quella curva; nella fase di sviluppo della curva l’inclinazione si incrementa ancora un po’ ma bisogna già prepararsi in anticipo ad uscirne. Questa azione comporta che il tronco smetta di inclinare che le spalle comincino a recuperare l’orizzontalità per l’uscita curva. Rispetto all’inclinazione degli arti inferiori il tronco di fatto comincia a contro-inclinare per uscire e proiettarsi verso la nuova inclinazione. Guardando lo sciatore frontalmente si nota che l’anca esterna alla curva, sotto carico, diventa il punto su cui il tronco articola la sua contro inclinazione. L’anca deve prepararsi in scioltezza a questo appuntamento con i forti carichi e con la flessione laterale-avanti del tronco.
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Foto 5 e 6: Da Cancellare
Veramente da cancellare l’idea di “traslare il bacino” all’interno della curva. Le spalle non vengono coinvolte, si fissano in una compensazione di busto inutile, l’inclinazione non può essere sviluppata ulteriormente, ne deriva una sciata statica e forzata, tanta fatica per un risultato decisamente scarso..
La fase iniziale di presa di inclinazione deve quindi permettere al bacino di predisporsi al giusto assetto. Non si tratta di movimenti ricercati e faticosi, al contrario serve in attacco curva un minimo e sciolto innalzamento dell’anca interna in modo che l’esterna prenda bene il carico in equilibrio e permetta al tronco di articolare il suo prossimo movimento di flessione laterale-avanti per l’uscita dalla curva.
In conclusione: proviamo a pensare allo spostamento di tutto il tronco verso l’interno della curva e alla volontà di uscire da quella curva per andare a inclinare nella successiva e aboliamo dal vocabolario tutto ciò che può far pensare ad uno spostamento del bacino per cercare inclinazione in curva. “Tronco in blocco” è la parola chiave.